mercoledì 2 gennaio 2008

LA SORTE DI PARIS HILTON: FIN TROPPO BENEVOLA - part 2 il ritorno

Prima della fine del 2007 ci eravamo lasciati con le avventure esistenziali di miss-sono-fatta-un’overdose-di-nichilismo, al secolo Paris Hilton. Oggi le ripeschiamo perché mi occorre far luce sull’influenza di codesta pulzella nell’immaginario delle donne vuote-a-perdere. C’ho pensato per un po’, poi tutto è riaffiorato dai meandri con la stessa forza devastante dei conati di vomito post-cena di capodanno… tanto per rimanere in tema.
L’anno scorso, o giù di lì, andava in onda “La pupa e il secchione”: l’ultima pietra miliare del entertainment televisivo lobotomizzante, oggetto di un’audience spropositata. Tale trasmissione, partendo da due stereotipi vecchi come il cucco - la bella/stupida e il secchione/cesso - produsse a suo tempo un mondo di possibilità sconcertanti e di finali a sorpresa, del tipo: “vuoi vedere che riusciamo a far diventare un’oca intelligente e un secchione strafigo?”
La sfida era aperta: gli ingredienti c’erano tutti, la location era pronta, i partecipanti scalciavano ai blocchi di partenza e la fogna mediatica cominciò a popolarsi di autorevoli candidati e sgallettate da sagra di paese. Tra queste, una fra tutte destò il mio interesse. Ecco, non ricordo affatto il nome, ma non dimentico mai una faccia così lontanamente somigliante a quella di Paris Hilton e tantomeno una cretina che ambisce a candidarsi a diventare “la sua sosia”. Vorrei trovarmela davanti quest’insulsa donzelletta dai biondi capelli - ovviamente ossigenati- che si dava tanto da fare per emulare le “sinuose” fattezze dell’ereditiera in parentesi da roditrice, per chiederle semplicemente tre cose:
1- “ci sei o ci fai?” ;
2- Quanta cocaina hai mescolato nel fard?
3- Quante volte corri in bagno ad incipriarti il naso?
Ricordo che quel giorno fui portata al pronto-soccorso per improvvisa sindrome convulsiva associata a prematuri indizi di comportamenti ossessivi compulsivi quali tic nervosi, balbuzie e altre amenità (per chi non ce l’ha). Dopo essermi ripresa, una serie di questioni cominciò ad affollare la mia testa cotonata per l’occasione: Aspirante sosia? Ma da quando ci sono simili aspirazioni in giro?? E soprattutto, ce ne sono altre che ambiscono alla stessa poltrona??? Non ricevetti risposte, ma il dubbio di essermi persa qualcosa mi accompagna tuttora. Insomma, ai nostri tempi si anelava ad essere ambasciatrice dell’UNICEF, migliore attrice protagonista, premio Nobel o premio “vattelappesca”. Oggi invece sembra che il massimo a cui si possa aspirare sia essere la più sosia tra le sosia di “una” – una qualsiasi – dal conto in banca traboccante.
Mah! Boh! Sob!… mi sento frastornata. Non so come affrontare la questione e per quanto mi sforzi non riesco proprio a comprendere la logica sottostante un fatto così balordo. Ma ci voglio provare. Per prima cosa, spinta come sono da sano appetito per le indagini impossibili, vorrei comprendere a che livello di realizzazione psicologica e fisica si possa giungere cercando di rassomigliare ad un’altra donna del tutto priva di qualsiasi talento se non quello di essere nata nella famiglia giusta… che poi, guarda caso, è l’unica cosa non passibile di imitazione. Insomma non si può fingere di essere ricca. O mi sbaglio? Ma non perdiamoci dietro queste seghe mentali e diamo per scontato di averlo capito: la ragazzina dal cervello bacato ha avuto un relazione sessuale estenuante con lo scemo del villaggio che l’ha irrimediabilmente contagiata del suo Q.I. A meno che le cose non siano andate in maniera diametralmente opposta, ovvero che sia stato “lui” a diventare lo scemo del villaggio dopo aver frequentato la platinata sciacquetta. Il dubbio ci attanaglia, il cane si morde la coda, la pendola comincia a suonare, il bimbo urla, la teiera fischia, il postino suona. È il caos!!! Ok, ok, sorvoliamo anche su questo e tentiamo di andare avanti nell’ingrato compito di svelare il mistero della ragazzina senza mento (proprio non ce l’ha. Fateci caso!). Allora, ah si, una volta raggiunta la somiglianza con l’ereditiera e la notorietà che merita - in quanto cogliona illetterata – ciò che mi chiedo è quale sia il plusvalore che l’aspirante sosia pensa di aver prodotto con la sua presenza in un show-business che ambisce per definizione a superare se stesso ad ogni nuova stagione televisiva. Forse, dopo aver scalato il successo come falsa-ignorantona immaginerà che qualcuno, sfruttando l’effimero consenso dell’audience, le affiderà una trasmissione culturale, in cui finalmente ella potrà svelare al mondo di essere intelligente… e realizzare il suo sogno nel cassetto: dimostrare a tutti di essere come Paris Hilton, ma anche di essere più intelligente di lei, contribuendo ad abbattere lo stereotipo negativo della bella-oca… e inventandone un altro: la cessa-oca.
Dio mio, sto per vomitare un’altra volta!!!

QUESTIONI: MA NON SIAMO PROPRIO CAPACI DI ELABORARE ALCUNCHE’ DI ORIGINALE? PERCHÉ CI ABBASSIAMO A QUESTE LOGICHE “STERMINA-FEMMINE”? PERCHÉ ALIMENTIAMO QUESTI STEREOTIPI?

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