giovedì 10 gennaio 2008

HILLARY CLINTON, CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA?

In groppa ad un asinello “a stelle e strisce” la candidata democratica Hillary Clinton è partita alla volta della Casa Bianca: delizioso appartamentino uso foresteria dove ogni First Lady si sbizzarrisce a scegliere la carta da parati, la tappezzeria, gli ornamenti floreali… e il colore della mise delle stagiste pronte ad una fellatio gratuita e disinteressata con il titolare dello Studio Ovale. Qualche anno fa Hillary aveva scelto l’azzurro, ma poi – a suo discapito – si accorse che forse sarebbe stato più idoneo un color panna-acidula. Pessima performance!!!
A qualche anno di distanza, la nostra amica - certa di poter esibire una performance superiore – ha deciso di raccogliere l’eredità del marito (tranne una) e di sottrargli l’ambita poltrona. Fantastico!!! In questi giorni, infatti, ha cominciato a sbraitare in mezzo ad un gruppetto di vecchietti in odor di pensione la sua ambizione a diventare la prima presidentessa degli USA.
Prima tappa: le elezioni Iowa. Obama vince il primo confronto, mentre Hillary comincia a spargere di calde lacrime su profumatissimi fazzolettini di organza bianca con le proprie iniziali. Lei si congratula con Obama… e subito dopo, con la stessa forza distruttiva di uno tsunami arrivano le critiche, le considerazioni a caldo e i discorsi sociologici sempre più assomiglianti ad oscuri presagi di morte: ce la farà? Sopravvivrà? L’accopperanno? Si suiciderà?... ma soprattutto, perché non vincerà?
La prima grande opinionista made in USA - nonché sociologa, femminista e fondatrice di un Women’s Media Center – Gloria Steinem si esibisce in un articolo altamente puntuale dal titolo porta-sfiga “Perché le donne non vincono mai”.(v. la Repubblica del 9 gennaio 2008) Vi dirò, dopo un’attenta lettura le sue analisi si presentano più o meno come la solita aria fritta che da qualche tempo viene emanata da qualsiasi femminista-superior-integralista-vittima-al-cubo: la colpa come al solito è della lotta tra sessi (e dei “generi”), della prepotenza del modello maschilista, nonché delle discutibili note di curriculum della Clinton. Insomma, una così come fa a vincere? E voi la votereste?
Io si. Io la voterei, soprattutto perché donna. O forse solo per questo. Ma devo essere sincera, questo particolare credo che sfuggirà grandemente a quell’orda di femmine americane numericamente maggiore di quella dei maschietti. E non bisogna nemmeno stupirsi, e sapete perché? Perché noi donne, siamo donne. Si ok, il concetto appena esposto suona come “vuoto”… e un po’ come dire “una rosa è una rosa”. Allo stesso modo, una donna è una donna. Ok, non l’avete capita, vero? Ecco, lo vede che siete inferiori!!?
Diciamola, allora, in un altro modo: credo che la nostra sapientona Steneim abbia dimenticato di andare un po’ più a fondo nella sua analisi… e, in quanto femminista, non potevamo che aspettarcelo. Noi donne, si sa, siamo sempre state delle “scarica-barili” di prima classe, per cui se c’è una colpa dobbiamo attribuirla a qualcun altro… e se c’è una verità scomoda dobbiamo tenerla seppellita il più possibile.

Quali verità? beh se volete scoprire insieme a me il vaso di Pandora, occhio al prossimo post!!!
To be continued

1 commento:

  1. Mi sono sempre chiesto come mai le donne parlino di quote rosa, si lamentino di non essere rappresentate politicamente e accusino la societa' di essere maschilista ma quando si va a vedere in numero degli elettori sono proprio le donne ad essere percentualmente in maggioranza.... Amanda ma sarete mica voi le prime a non votare le donne? Le prime che in fondo in fondo non vi fidate di una donna come vostra rappresentante? Sara' facile rispondermi che in Italia con la nuova legge elettorale con le liste chiuse e scelte dai partiti era impossibile essere elette perche le liste le facevano i maschietti ma .... e' sempre stato cosi? Mumble mumble mi restano molti dubbi :)

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