martedì 25 dicembre 2007

LA BICICLETTA CON IL NASTRO ROSA - prima parte

[...] Il primo vero ricordo risale a quei risolini orgogliosi di mio padre che tentava con strani gesti di dirigere le mani esperte del portinaio nel tentativo di posizionare in bella vista quell’enorme fiocco rosa. Tutto qui: un gigantesco fiocco rosa-parto (ma per dove?) messo in bella vista per comunicare a tutto il quartiere la presenza nel mondo dell’ennesima scassa-coglioni. A dir la verità, l’unica persona che si era rotta davvero le scatole ero proprio io; mai visti tanti sguardi ebeti tutti insieme e soprattutto mai visto tanto rosa in vita mia. Sento ancora ondate anomale di nausea al solo pensarci. La tettarella rosa, il bavaglino rosa, il pannolino rosa, i peluche rosa, le cuffiette rosa… le incazzature rosa. E le cose non andavano meglio per i maschietti, ma almeno loro all’età di cinque anni incominciavano ad indossare anche altri cromatismi. A quanto pare noi invece non siamo mai riuscite ad abbandonarlo completamente, quasi fosse l’unica cosa degna di ricordarci di essere donne. Ed io che pensavo che una visita ginecologica semestrale bastasse a fugare dubbi di questo tipo.

QUESTIONE: COSA PROPRIO VI DA' SUI NERVI?

1 commento:

  1. purtroppo alcune piccole questioni legale al sesso del nascituro non sono ancora state sanate.
    Se al posto del fiocco rosa ci fosse stato un big jim blue le cose, forse, sarebbero diverse.

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