venerdì 7 marzo 2008

“LA GRANDE AMBITION DES FEMMES EST D’INSPIRER L’AMOUR” … ET LA GUERRE


È una massima del noto commediografo francese Molière: “la più grande ambizione delle donne è quella d’ispirare l’amore.”

Mi è tornata alla mente questa massima perché, contrariamente al concetto che vuol esprimere, è stata utilizzata in “Assassinio sul Nilo” (Agatha Christie) quasi a dar senso alle “potenzialità magiche” delle donne, ma in realtà l’accezione è tutt’altro che positiva; nel romanzo, infatti, la donna a cui si riferisce Hercule Poirot (monsieur le detective) è tutt’altro che ispiratrice di amore… visto che, tra una cosa e un’altra, la donzella in questione induce l’ex-fidanzato ad uccidere la moglie per poi trionfare personalmente nell’omicidio della cameriera, della turista impicciona, dell’ex-fidanzato, finendo col suicidarsi. Dopo quest’ecatombe, il dubbio sulle potenzialità generatrici di amore delle donne comincia ad insinuarsi in me, anche perché la citazione di Molière appare improvvisamente monca… come se qualcuno o qualcuna lo avesse accoppato prima che potesse finire di scriverla integralmente.

Qualche post fa avevo criticato la visione di Veronica Berlusconi circa il ruolo della donna in quanto “Angelo morale”, definendola strabica e inattuale… secondo me, infatti, aveva appena finito di scolarsi un litro e mezzo di Assenzio, ma questi sono cazzi suoi.
Stamattina, invece, visto che ci stiamo avvicinando all’8 marzo (il troia-Day e poi vi dirò perché), leggendo qui e là nel Corriere della sera (7 marzo 2008, p. 41) ho scorto un articolo a prova di slancio mistico nel blu-dipinto-di-blu dal titolo: “SE LE DONNE DIVENTANO PORTATRICI DI PACE”.
Vi dirò, me l’aspettavo, perché chissà come mai le donne, se per un anno intero passano il tempo a darsele di santa ragione per accaparrarsi il cazzo più grosso o il golfino in saldo, con l’avvicinarsi di questo fausto evento si sentono come invase dal fuoco divino della solidarietà. Mah! … io mi sono sempre chiesta il “perché” e l’unica risposta che mi sono data è stata la seguente: perché l’8 marzo è come il Ramadam; si fa digiuno, si prega e ci si astiene (non senza sofferenza) dal fare tutte quelle cose che abitualmente amiamo fare. Detto in altre parole: non ci si odia, siamo tutte sorelle, ci mettiamo la gonna, si fa astinenza dal cazzo (giusto per ribadire che noi dell’uomo possiamo farne a meno)… e questo è quanto succede durante le prime 8 ore dell’8 marzo.
Torniamo per un attimo all’articolo di cui prima. È stato redatto da Benita Ferrero Waldner (commissario UE per le relazioni interne e la politica europea di vicinato) e da Margot Wallstrom (vicepresidente della Commissione UE, responsabile per le relazioni istituzionali e la comunicazione)… come dire né più né m meno come il due di briscola. Ma glissiamo.
La prima parte dell’articolo – in stile Veronica Berlusconi – è tutto un bla bla bla enfatico sulle qualità delle donne “Che svolgono un ruolo attivo di importanza cruciale per la promozione della stabilità e della pace”. Peccato, peccatissimo, che queste parole siano emerse durante il Convegno promosso da una specie di mastino napoletano in gonnella (quando se la mette) che si fa chiamare Condoleezza Rice (Condy Condy per le suore e per i procioni della terra). Non so, ma a me suona più o meno come se Cicciolina ci venisse a parlare dell’importanza della castità e del mondo abbietto della pornografia. Si, insomma una non se l’aspetta… no davvero!!! Che poi, una guerrafondaia più della Rice non si vedeva dalla notte dei tempi…
L’articolone prosegue con lo sfondamento di una serie di porte aperte sulle soluzioni a livello globale per poi giungere al brodo primordiale dell’autoreferenzialità: “se le donne fanno la differenza, è perché hanno un concetto più articolato della sicurezza e tengono conto di molto aspetti sociali ed economici…” certo, come no?! E che dire di quelle minchiate che sovente sgorgano copiose dalle nostre bocche ricolme di luoghi comuni, del tipo: se le donne fossero al potere non ci sarebbero più guerre?
Ora, a parte che siamo tutte laureate in operazioni belliche chimico-psicologiche, non credo che nessuna di noi sia sufficientemente in sé per comprendere i margini razionali del nostro blaterare pazzoide ed inconsistente. Ciò che è indubbia è invece la presenza di quella minuscola particella dubitativa: SE. “Se”, infatti, noi fossimo al potere la guerra (quella combattuta dagli uomini) non esisterebbe. Verissimo! Vero come Dio in terra!! Vero, nient’altro che vero: niente più carri armati, niente più armi, niente morti. Risultato dell’intera operazione: un bel quadretto di pacifica, struggente e deliziosa guerra fredda, fatta di dispettucci, invidie, vendette trasversali, conflitti sublimati, angherie a iosa e depressione collettiva. Oh, era quel che ci voleva: un bel cambiamento radicale!
Certo non ci sarebbero più tombe, più lacrime da versare, ma per converso ci sarebbe un improvviso proliferare di centri estetici dove farsi farcire di silicone, manicomi formato-azienda e forme alternative di farma-solidarietà per combattere le nuove nevrosi collettive.
Ma davvero siamo convinte che le guerre non esisterebbero? Consentitemi di esternare un ragionevole dubbio, soprattutto perché, checché se ne dica, l’ostilità tra donne è una spietata partita che si gioca con mezzi e mezzucci: nulla di plateale ovviamente, ma solo tutta “roba” che possa essere convenientemente fraintesa, infatti, male che va diremo che - se ci siamo odiate, malmenate, distrutte psicologicamente - è stato solo per un misunderstanding.
Si cari amici/che, parliamo di equivoci, primo fra tutti quello che ci fa ambire ad essere sante e troie, madri e puttane, pacifiste e guerrafondaie.
Tutta questo spingere le nostre qualità ai limiti del divino insinua il sospetto che forse sia solo marketing… e d’altronde soltanto noi – noi donne intendo- sappiamo come siamo fatte realmente: né meglio né peggio degli uomini… ma almeno loro sono meno subdoli e più diretti nell’espressione della loro aggressività. Grazie al cielo!!!
Noi, invece, siamo campionesse di tip-tap e di buone prediche che finiscono nel burrone insieme alla cartastraccia. Ne volete una prova? Cosa credete che faranno domani sera quell’orda di sgallettate in giro con la mimosa attaccata al pullover? Ve lo dico io: si infogneranno in qualche sordido bar a festeggiare goliardicamente il loro potere di paglia, deliziandosi a mettere una banconota da 5 euro nelle mutande dell’avvenente stripper assoldato per l’occasione… e così almeno per un giorno potranno esser certe di averla messa nel culo agli uomini. Pia illusione care amiche, avete solo pagato per vedere e toccare (se siete fortunate) quel pezzo di minchia che tanto vi è mancato… come siete ganze, come siete super… come siete stupide!
Buon troia-day a tutte… ve lo meritate!

5 commenti:

  1. innanzitutto non faccio parte di quell'orda di affamate.... squallido quadretto di ipocrisia. Critichiamo gli uomini che perdono le bave nei toplessbar e poi facciamo di peggio....
    Mi piace quello che scrivi, condivido e appoggio le tue idee. SMAK a presto

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  2. ...ma c'è da scommettere che qualcuna andrà in giro a vantarsene.
    Il mondo è bello perché è vario... ma di certa varietà ne farei proprio a meno

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  3. visto che sei una donna credo che augurio sia esteso anche a te. Diciamo una dedica personale un modo per ammettere che in fondo sei peggio di tutte noi messe insieme.
    Io sono una di quelle donne che odia stare con le donne, il perchè mi sembra chiaro. La donna è incapace di accettare realmente un'altra donna, se questa è migliore di lei.
    Solita storia, istinto animale. Se lei è migliore il maschio sceglierà lei e fine. Con questo voglio dire che al giorno d'oggi riusciamo ad essere amiche, anzi io per prima ne ho una e le cose vanno alla grande... ma tra donna e donna c'è sempre quel pizzico di falsità, quel cercare di risollevarsi a vicenda, della serie:

    "sono un po' ingrassata!"
    "ma no tesoro stai un'amore..."
    Parità parità parità. Beh se il mio ragazzo si comporta male gli tiro uno schiaffo. E a tutti sembra giusto.
    Se io mi comporto da stronza lui non può toccarmi, sennò diventa una pessima persona.
    Parità vuol dire anche che se io voglio uscire di casa con le tette di fuori ed un cotton fioc come mutanda devo essere libera di farlo senza ritrovarmi in un vicolo con la gola sgozzata e le gambe aperte. Purtroppo non è così, e non lo sarà mai. E questa è forse l'unica cosa su cui non avremo parità, perchè fondamentalmente noi donne se passa un uomo mezzo nudo per strada, bello come il sole, il massimo che facciamo e mangiarlo con gli occhi. E' anche vero che la donna si sta talmente mascolinizzando che si sentono storie di tanto in tanto di donne che violentano gli uomini. Molti non ci credono, ma io sì. Credo che alcune donne lo facciano veramente e questo per me è l'apice del peggioramento.

    Parità non vuol dire diventare un uomo. Non vuol dire prendere i suoi peggiori difetti. Vuol dire avere gli stessi diritti ed opportunità, e se proprio vogliamo cambiare, allora cerchiamo di cambiare entrambi prendendo i pregi uno dall'altro.

    Ma questo non succederà, a meno che la corsa alla dimostrazione di quanto la donna è forte si plachi e diventi una normale e sana competizione.
    Abbiamo il sospetto che ci siano qua e là delle esagerazioni e degli estremismi. Neppure le femministe, quelle in qualche modo leali (o forse solo snob), negano che mentre le donne hanno fatto enormi passi avanti gli uomini ne abbiano mosso qualcuno indietro anche là dove forse non era necessario. Anzi, sono proprio le femministe ora a denunciare una sorta di 'cedimento' maschile e ad invitare gli uomini a "drizzare la schiena", perciò il fatto che essi incomincino ad occuparsi dei fatti che li riguardano non sembra una cosa scandalosa.
    Cara Amanda abbiamo il sospetto che L'auto-oltraggio, l'auto-denigrazione si per Lei trendy. Cosa vuol provare che è evoluta, moderna, progressista, pro-feminist, cioè moralmente a posto. Uno strano fenomeno per davvero: condannare chi usava il male-bashing per poter praticare impunemente il female-bashing. Sembra addirittura geniale ma non lo è, perché gli strumenti, le armi che il Femminismo può impiegare contro gli uomini sono quelle stesse che condanna quando vengono usate contro le donne. Non ve ne sono altre.
    Lei è semplicemente fuori moda,fuori dal tempo, insomma è fuori

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  4. carissima anonimo (chissà se ci vuole tanto a lasciare il proprio nome...) mi piace la tua analisi, ma un po'meno il finale. credi che sia sempre necessario definirsi qualcosa? non voglio sentirmi cool o pro-feminist (come dici tu)... volgio solo ragionare insieme a chi mi legge su grandi e piccole questioni che ci riguardano. l'evoluzione è fatta anche di discontinuità; quello che penso io è che la traiettoria fin qui percorsa sia sbagliata (questa è la mia opinione)... fortemente sbagliata. e forse è anche per colpa di questo nostro modo di fare (poco autocritico) che ci ha messo in posizioni molto discutibili.
    pensi che sia io che il mio pensiero siano "fuori" dal tempo? Ottimo, hai detto la tua... e in batter d'occhio l'hai reso attuale e "in".
    Questo tuo modo di pensare conferma il fatto che ci debba essere un solo modo per fare le cose (quello trendy) che non contempli nuove strade se non quella del saggio che sputa sentenze e su cui non si possa verificare il contenuto.
    Io rifletto, metto in discussione e sollevo questioni.
    grazie per avermi letto...

    Amanda

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  5. Cara Amanda,

    quei poveri ragazzi sul cubo dovranno pur mangiare o no?

    Dovranno per alimentare il loro cervello o no?

    Sincerly

    Greta

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