sabato 14 giugno 2008

LUCCIOLE PER LANTERNE... ROSSE


Ci sono momenti storici in cui, a fronte di un eccessivo liberismo dei comportamenti, vengono riproposte annose questioni: questioni che, soprattutto in un paese scombinato con il nostro, assumono la valenza di vere e proprie inutili crociate.
Oltre ad essere un paese un po’ “confuso”, il nostro è anche la culla della fede cristiana e della sua estrema conseguenza: il moralismo perbenista di stampo filo-crocerossino.

Cazzo che definizione ardita! Ma che avrò voluto dire?
Non saprei, ma stavo cercando una definizione che rispecchiasse le qualità della mentalità di cui siamo pregni e di cui sovente qualcuno vorrebbe liberarsi. Senza successo.


In quest’ultimo periodo, tanto per smettere di menar il can per l’aia, è tutto un gran vociferare sulla questione delle puttane… che sarebbe come sollevare la questione del 98% delle donne… perché si sa le suore non contano. Mi correggo, la questione riguarda invece le prostitute, ovvero quelle gran donne che riflettono sui massimi sistemi passeggiando su e giù per i viali desolati delle periferie delle nostre città.


Un tempo dette peripatetiche – perché sulla vita sembravano saperla lunga - oggi il loro ruolo è diventato, diciamo accessorio, pur avendo dimostrato di aver capito un cazzo… rispetto alla rimanente popolazione femminile che in questi ultimi decenni ha dimostrato l’esatto contrario.
Giochi di parole a parte, la questione è diventata spinosa e controversa, soprattutto perché si è levato un coro di voci dissonanti caratterizzate da diversi approcci al nocciolo della questione: la prostitute vanno tolte dalla strada, o vanno tolte dalla strada e messe in un bordello?
Si, lo so, la seconda opzione sembra una logica estensione della prima, ma in realtà le cose non sono così lineari come appaiono.


Nella prima versione dei fatti, le prostitute sono percepite come vittime di un sistema che le “costringe” a deviare dalla giusta via verso un mondo di perversioni. In questa prospettiva, infatti, le prostitute sono colte da una luce di autentica luce di carità divina che le vede esseri meritevoli di una mano tesa… che di tanto in tanto non avesse sul palmo una banconota da venti euro. Quando va bene.
A pensarla in questo modo, a parte uno stuolo di crocerossine travestite da suore travestite da depresse all’ultimo stadio, c’è un’orda di dame di carità in menopausa che pur di non scadere in una convulsa invidia di topa profanata, un’ora si e una no, preferirebbero farsi venire un embolo .

A condire il tutto c’è ovviamente una visione melodrammatica che vede in primo piano una donna schiavizzata dall’uomo che esige la sua parte: l’uomo meschino, il cliente perverso, l’uomo contabile - detto “er Pappa” – che in tutta la questione pensa al suo tornaconto e a nient’altro.


Lo scopo della “campagna anti-prostituzione” verte quindi sull’ingiustizia che ricade sulla mignotta sfruttata e sul suo ruolo di vittima incondizionata di una morale sbagliata che vede la mignottaggine il risultato di una società che emargina a scapito delle fasce più deboli. In tal senso, “la cura” è un proliferare di consultori, di centri sociali per succhia cazzi pentite, etc. che supportino il reinserimento di codeste fanciulle smarrite nella società del lavoro dignitoso e riabilitante.



Nella seconda prospettiva, il problema della prostituzione viene visto in maniera diametralmente opposto, ovvero non tanto come un problema umano e morale, quanto come un problema sociale: insomma, queste zoccole che gironzolano per le nostre strade non solo deturpano la bellezza notturna delle nostre periferie (avercene!) insozzandole di goduriosi preservativi ripieni (avercene bis) ma non pagano nemmeno le tasse sui loro lauti guadagni e in più distruggono il mercato locale della patonza fatta in casa.


A sostenere questa visione sono ovviamente le mignotte made-in-Italy, le donne tradite e i fautori di un’economia globale.
Le prime asseriscono che il problema sta nell’invasione di una concorrenza sleale nel mercato, per cui queste negre e queste russe farebbero bene a tornarsene a casa loro e a badare ai cazzi loro.
Le seconde, invece pensano ingenuamente che se non ci fossero le prostitute i loro mariti tornerebbero dalle puttane che li aspettano a casa con la “minestra riscaldata” pronta sul piatto, senza contare che magari gli uomini – piuttosto che intingere il loro biscotto ammosciato nel buco in disuso del cesso con la fede al dito – preferirebbero un bel travestito dalle gambe perfette, senza cellulite, con un optional mica da ridere.
Gli ultimi – gli economisti – pensano invece che il problema sia di natura esclusivamente economica, per cui lo stato verrebbe defraudato di una sostanziale parte del PIL.
Il problema in questo caso sta nell’istituzionalizzare questo business; insomma come si fa in un paese cattolico come il nostro a creare una nuova categoria merceologica senza che Miss Raztinger non s’incazzi?
Ammettere che la prostituzione sia un’attività produttiva come le altre implica il fatto che si giunga ad una “normalizzazione” di qualcosa che non lo è. Almeno per noi… noi moralisti del cazzo, intendo.

E dunque, che fare???
La soluzione più adeguata sembra infatti essere la riesumazione delle “case chiuse” che, in un solo colpo, garantirebbero almeno due risultati: strade pulite e aumento del PIL, ma di certo non risolverebbero il problema dato… e di certo non restituirebbero il “maltolto” alle legittime proprietarie. In più, ne sono consapevole, una simile opzione renderebbe il tutto poco “romantico” e insinuerebbe nelle menti dei clienti italiani il sospetto che le mignotte – al pari delle loro mogli – spalanchino le gambe solo per soldi.

Il problema, come vedete, appare insolubile… un vero e proprio paradosso, ma io fossi in voi non mi preoccuperei soprattutto perché, dopo il polverone sollevato, l’allarme sociale è notevolmente “rientrato”: come ha asserito la Ministra Carfagna, “il problema non è più una priorità del governo”... per la serie "ci siamo sbagliati: è stato tutto un equivoco"


Insomma, come al solito, tutto è andato a puttane… e allora state calmi: prendete il numeretto e aspettate il vostro turno!!!

Amanda

Nessun commento:

Posta un commento