venerdì 6 giugno 2008

GRANDI LABBRA O LABBRA GRANDI?


La lingua italiana è un vero miracolo della natura poiché cambiando l’ordine delle parole il risultato non cambia… e questo specialmente quando si riferisce al nostro “genere”.

Di un uomo si può sempre dire che sia una testa di cazzo, ma delle donne?

Per molti anni sono andata in cerca di un’espressione equivalente che rendesse esattamente il mancato coinvolgimento del (misero) cervello della donna nell’uso delle parole, poi finalmente sono approdata alla verità: poiché è stato appurato che nella vagina di una donna non vi sono neuroni – come del resto in nessun’altra parte del corpo - oggi si può definitivamente affermare che il pensiero, e il linguaggio che lo esprime, fa un giro corto: dal clitoride alle corde vocali.

È per questo motivo che è ben nota la loquacità di noi donne… e d’altronde, meno complesso è il percorso di produzione del pensiero e più veloce è la produzione del linguaggio.


Insomma, non nascondiamoci dietro un dito, quando le donne parlano dimenticano quasi sempre di azionare il cervello. Dicesi cervello femminile quella massa informe accessoria non coinvolta nelle attività logico-razionali, ma soltanto in un set di pensieri sempre uguali (vedi post precedente).


Dopo i “Monologhi della vagina” e la “Vagina parlans” della Santanché (vedi 2 post fa), siamo finalmente giunti al “Mistero delle grandi labbra”, ovvero all’ennesima dimostrazione pratica di quanta poca differenza passi tra queste e un paio di labbra grandi… opportunamente gonfiate col botulino.


E siccome la storia ci dà sempre una mano a verificare le teorie, quale migliore occasione della storia di ieri per dimostrare una tesi che ha coinvolto per secoli gli scienziati del pianeta Terra?!

Il suo nome è Alessandra, il suo cognome è Mussolini. Le sue note caratteristiche sono sulla bocca di tutti… e soprattutto sulle sue.

In quest’ultima settimana, la nostra eroina - chissà quanta ne avrà sniffata per vomitare tutte le minchiate di cui si è resa protagonista? - ha letteralmente invaso tutte le trasmissioni televisive non tanto per dire la sua (non potrebbe… e poi per dire cosa?) quanto per fare sfoggio del suo ultimo modello di labbra pneumatiche fuoribordo (vedi foto).


Con la stessa capacità promozionale che è propria degli uomini quanto acquistano la macchina nuova, la Mussolini è andata in giro in ogni dove, a bordo del suo poderoso gommone, per rivelare la buona novella ma poi, avendo verificato che nessuno la cagava di striscio, ha deciso di fare la sua sceneggiata tra i meandri di Montecitorio.


Ed eccoci al fatto del giorno: la Mussolini è salita agli onori della cronaca per essersene andata sbraitando come una peracottara perché scontenta della sua poltrona in piccionaia che non le consente, a suo dire, né di far vedere il suo generoso paio di tette finte né, tantomeno, il suo nuovo acquisto in botox.


Diciamoci la verità, la minchiata sarebbe passata inosservata se questi guaiti fossero giunti in un altro momento, ma la sfortuna volle che giungessero in allarmante concomitanza con la decisione del Governo (di cui ella fa parte!) di tagliare i fondi per le politiche contro gli stupri.


Risulta infatti quanto mai bizzarro che con tante ingiustizie in giro per l’Italia per cui far sentire la sua voce da trans brasiliana, Ella si sia limitata a contestare il fatto di non “vedere il dito del collega”.

Si cari amici, la Mussolini non vede il dito del collega e per questo motivo è impedita nella sua attività. La mia impressione è che se anche l’avesse visto il suo dovere non lo avrebbe fatto lo stesso, ma questo lo lascio giudicare a voi.


Il punto è, vedete, che delle donne, delle ingiustizie che non la riguardano personalmente, a lei – la cosa in teflon – non interessa una nespola… tanto a lei chi la stuprerà mai? Non siamo mica in periodo di guerra… A quei tempi mia nonna faceva il suo dovere e, come si evince dai suoi racconti nostalgici, credo che abbia goduto grandemente. Ma questa è un’altra storia.


Per la Mussolini l’argomento da affrontare urgentemente in parlamento è solo quello relativo al ridimensionamento della sua visibilità personale a causa di un’assegnazione “poco rosa”delle poltrone.
Cazzo, questa si che è discriminazione!!! Questo si che è un buon motivo per lottare in parlamento!!!


Orsù dunque donne italiane, è giunto il momento di unirci e di fare un bel corteo… ne va del nostro futuro, della nostra sicurezza, della nostra libertà. Lotta dura senza paura!!! Sorelle, insieme vinceremo!!!


Come concordato, inizieremo il corteo da Piazza San Babila a Milano e sfileremo per il quadrilatero della moda… tra le altre cose – ma non ditelo troppo in giro – da Gucci e Prada c’è il 15 % di sconto sulle infradito e una svendita promozionale alla UPIM.
Se questo non è culo…


Amanda

1 commento:

  1. Cara Amanda ormai le plastic girls sono approdate da tempo anche in parlamento. Onestamente devo dire che se anche la parte rosa della sinistra si facesse un giro dal chirurgo plastico... non avremmo di sicuro vantaggi pratici ma almeno salveremmo gli osservatori internazionali e anche gli Italiani dalla vista delle "diversamente belle" modello Rosy Bindi & Livia Turco, la "famme" più seducente che si è vista negli untimi anni in quella zona è stata Luxuria. Sul parlare tanto e sulla predisposizione all'aprir le cosce... avrei una mia teoria, la natura ha creato nelle donne un sistema di ventilazione interna molto elementare, sparare cazzate a gambe larga crea quella correntina sufficiente per un salutare ricambio d'aria, spesso aiutato da strumenti di terzi, come puoi notare anche mettendo in comunicazione i tre principali orifizi la zona del "cervello" non viene neanche sfiorata e quindi, mancando l'ossigeno, è destinata ad una precoce atrofizzazione. Bacioni,
    Yotanka

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