venerdì 4 luglio 2008

HILLARY CLINTON. SE NON CI FOSSI… BISOGNEREBBE RINGRAZIARE IDDIO.


Ultimamente mi sono convertita al buddismo. Deve essere così oppure quello che vedo non è il cadavere di una donna ma soltanto l’involucro raggrinzito di una bambola gonfiabile lasciato ai bordi di una discarica umana, politica e sociale. Beh, per quel che mi riguarda è sia l’uno che l’altra... e l’altra ancora.

Circa cinque mesi orsono avevo pubblicato una serie di post sulla nostra carissima “Hillary dalla fellatio in prestito” (l’aveva prestata a Monica, pensando di delegarle anche i mugolii per l’ottenimento di uno stage) preconizzando una debacle non solo politica, ma soprattutto personale. Poi mi sono seduta in paziente attesa che il teatrino della perfomance più rosa della Barbie in persona giungesse al termine. Dio che sonnolenza: tutto è stato così scontato… più di un collant smagliato.

Non ci sono parole per descrivere quello che è successo in questi cinque mesi; infatti non una parola è fuoriuscita … solo grandi e poderosi sbadigli per la serie “famo presto che è tardi!”.
E così, fra una convention e l’altra, da buona buddista, mi sono seduta lungo il fiume ad aspettare in paziente attesa… ad aspettare, vedere e ad ascoltare. Cosa? La fiumana di minchiate, le figure di merda, i tira-e-molla, le mise improbabili della donna che (a suo dire) avrebbe voluto essere la prima donna della storia a sedere nel trono della Casa Bianca… e per quel che ne so credo che ci sia pienamente riuscita… né più né meno esattamente come la sua amica Monica è riuscita a fare uno stage nel medesimo luogo: strisciando, o al massimo assumendo comode posture carpon carponi.

Con lo stesso slancio mistico di un kamikaze all’ultimo viaggio della speranza, ho dato fondo a tutte le mie energie pur di non perdermi nulla: ogni dibattito, ogni faccia-a- faccia, ogni vestitino variopinto, ogni ruga tolta con Photoshop dal viso della Clinton, ogni sua rocambolesca femminile mossa... per soffiare la candidatura democratica al giovane Barack. Il risultato? Due etti di cellulite su ogni coscia, un’emiparesi al subconscio e una ventina di pieghe da decubito post-zapping sul pollice destro.
A parte questo, tutto si è svolto nella più assoluta normale routine con uno strepitoso scivolone sul finale: doppio salto mortale senza rete sul manico dello scopettone di casa Obama. Quando si dice l’harakiri!!!

Non c’è nulla da fare: le donne, se proprio non possono farne a meno, amano scavarsi la fossa con le proprie mani. Quella della Clinton è talmente spaziosa che, si e no, c’entra pure quella brufolosa Chelsea e quel mitomane mezzo-addormentato di suo marito Bill. Insomma, più che una tomba, una fossa comune.
Come si sia giunti ad un simile risultato architettonico è un vero mistero; si vociferava infatti che la ragazza dal capello biondo (e la rana dalla bocca larga incorporata) avesse tutte le carte in regole per ottenere il millenario simbolo maltolto: un cazzo talmente grosso tra le gambe da far invidia al compianto John Holmes.
Eh si, non si può proprio dire che non ce l’abbia messa tutta per realizzare il sogno di tutte le donne del mondo: ottenere il certificato di donna più potente del globo terrestre, come emblema di un avvenuto riscatto da un passato iniquo. Ma ahimé le cose non sono andate nel verso giusto… e non sono andate nel verso giusto per una semplice ragione: perché non è riuscita (e come avrebbe potuto?) a creare attorno a sé il necessario consenso … delle donne. Le sarebbe bastato infatti il solo voto delle donne per assicurarsi la poltrona (braccioli in avorio, simil-pelle umana. Tutto compreso). Si, le sarebbe bastato che ogni donna avesse creduto nel suo “X factor” , nella possibilità di una rivincita globale.
E quindi? E quindi, capitolo chiuso: “è stato un piacere, arrivederci e grazie!”

Non neghiamolo, la ragione profonda di questo smacco si cela dietro al fatto che noi donne siamo di certo le creature più incredibili del pianeta terra… fosse solo per il fatto che passiamo tutto il nostro tempo a lamentarci per la nostra iniqua condizione sociale, senza peraltro dare soluzioni efficaci; ci incazziamo quando non ci sentiamo rispettate, ci detestiamo quando non ci sentiamo coese… ci innervosiamo molto di più (ma molto di più) soprattutto quando una strafiga qualsiasi non solo non ha la cellulite, ma si permette anche di indossare quel costumino sgambato oggetto dei nostri più reconditi desideri narcisistici.

Il punto è infatti che tra le nostre tante incapacità la più grande è di certo quella di non saper guardare lontano; non a caso il nostro sguardo rimane costantemente impigliato nelle calze a rete di quella grande zoccola che sta flirtando con quel mammone di nostro marito. Su questo o sull’immeritato successo della nostra collega di lavoro… di certo meno brava di noi ma sicuramente più troia di quanto sarebbe umanamente logico aspettarsi da una donna.
Che volete che vi dica? E' così: siamo poco, o per nulla, lungimiranti, e questo ci frega ad ogni piè sospinto in ogni ambito della nostra vita. Mal comune mezzo gaudio? No, manco quello, poiché siamo solo grandi uteri senza la benché minima presenza di neuroni collegati… altrimenti non si spiegherebbe la totale assenza ragionamento. Lo so, avrei potuto dire che siamo delle grandi teste di cazzo, ma poi ripensandoci ho realizzato che questo “complimento” sarebbe stato il più inopportuno degli eufemismi. No, meglio non rischiare… con tutte le malattie infettive che ci sono di questi tempi, potremmo anche rischiare di diventare intelligenti d’un sol colpo… e questo noi lo sappiamo, non è una virtù che ci si addice. No, proprio no!!!

I fatti lo confermano: di quando in quando il mondo e la storia ci offrono una possibilità di riscatto, noi siamo incapaci di coglierla cognitivamente, e questo soprattutto perché non riusciamo a spiegare alle nostre grandi labbra perché un’altra donna - di certo più fortunata e più in gamba di noi - possa o debba dirigere la nostra vita… e la questione si presenta così violentemente da annientarci psicologicamente, riducendoci ad un’orda di balene deliranti alla derive. Insomma, piuttosto la morte.

Ecco, a tal proposito, possiamo tranquillamente inferire che negli USA si sia compiuto il più grande suicidio collettivo di balene di tutti tempi… con buona pace della Weigth Watchers che invece le voleva magre, scolpite e pronte per la passerella di Donna Karan.
Anyway, deve proprio essere successo questo… altrimenti proprio non mi spiego il triste epilogo di una cronaca di una morte annunciata su un barattolone di peanuts butter. Oltre a ciò, possiamo anche affermare (senza far torto a nessuna) che le donne possiedono poco senso della storia e del tempo, perché non solo non capiscono una minchia low-fat delle rivoluzioni culturali ma non hanno neppure idea di quanto tempo dovranno aspettare perché un’altra donna riesca ad avere una simile opportunità.
Sapete, dopo la crisi isteriche dei suoi sostenitori ridotti sul lastrico, difficilmente qualcun’altra riuscirà a raccogliere fondi per la campagna elettorale. Si, ok c’è sempre Ophra Winfrey, ma capite c’è già voluto un miracolo per vedere un nero e una donna contendersi lo scettro di Miss Universo… che non oso immaginare quale calamità naturale potrebbe consentire la medesima chance ad una donna e per giunta di colore. No no, credo sia irrealizzabile!

La cosa strana è che, sbarellate come siamo, non siamo nemmeno dispiaciute per lo scampato miracolo; quello che vedo sulle nostre facce è infatti un sorriso beffardo come quello della ragazza che si è appena scopata il marito della sua migliore amica. Si, ammettiamolo, siamo un filino soddisfatte per aver impedito il successo di una nostra pari-stronza… così almeno per il momento quella ”cretina” ha avuto ciò che si meritava: il nulla condito di niente.

Ma le donne, si sa, sono creative e così, pur non avendo nulla in mano, se ne vanno in giro con la bocca larga a mistificare i contenuti di realtà; c’è chi sostiene che agli uomini piacciono le donne grasse, chi si vanta di fare a meno degli uomini, e chi ancora – come nel caso della Clinton - si dice soddisfatta di aver ripiegato sul ruolo di vice di un uomo di colore. Contenta lei… Contenta? Non saprei.
Cerchiamo di vederci chiaro, perché va bene “fare di necessità virtù”… ma la sodomia non è di certo uno stile di vita accettabile. La Clinton infatti con la stessa mente infeltrita delle sue elettrici (e delle donne in genere) piuttosto che farsi ricordare come la donna che sfidò il potere maschile, sarà ricordata come la sguattera bianca del presidente nero. Bingo, cara Hillary!!! Adesso non abbiamo più dubbi, ci hai convinto: noi, come te, contiamo come il due di briscola. Peccato che stiamo giocando a poker.
La mossa più femminile che la Clinton potesse fare è stata compiuta: piuttosto che uscire di scena con la grandeur di un vero statista (vedi Al Gore) ha pensato bene di agire con l’utero aperto e la bocca spalancata, accettando non senza orgoglio di donna di fare la segretaria di Barack. La sua vice, ovvero il posto più ambito dagli uomini di potere che presagiscono l’immanente dipartita dell’anziano presidente. .. peccato che Obama sia 10 anni più giovane di lei. La matematica non è mai stata la materia preferita dalle ragazze.

Le donne, oltre alla menopausa , sono spesso vittime di una sindrome da presenzialismo coatto, per cui invece che togliersi dalle palle, sparire dalla circolazione e rinascere a nuova vita più forti di prima (semmai lo fossero mai state) preferiscono mettersi il grembiulino e fare i mestieri di casa… come se nulla fosse, ma soprattutto come se ciò rappresentasse una vittoria.
Questo in sintesi è quel che è accaduto, ma non c’è da stupirsi… d’altronde ognuno ha ciò che si merita: la Clinton l’aspirapolvere di casa Obama, le donne americane una gran fetta di torta alla panna con cui mettere su un altro etto di cellulite… e a gli uomini una grassa risata. Very very fat
Solo un avvertimento world-wide a tutte le donne: fate un favore all’economia mondiale, tornate tra i fornelli di casa, alle crinoline, ai pizzi, ai fazzolettini lanciati in aria, agli opportuni svenimenti, alle gambe divaricate… e a tutte le altre cazzatelle di cui ci siamo rese protagoniste in questi millenni.
L’evoluzione non è una cosa che ci riguarda. Konrad Lorenz l’aveva detto: le oche sono incapaci di apprendere. E noi non facciamo eccezione.

Amanda

3 commenti:

  1. "...di quando in quando il mondo e la storia ci offrono una possibilità di riscatto..."
    Già riesco ad immaginare nitidamente, fra 7-8 anni, l'esercito delle quarantenni senza figli...

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  2. I venerd di Amanda
    Avete notato la nostra Amanda scrive di solito il venerdì ma questa giustizziera della notte come sarà fisicamente e soprattutto come sarà mentalmente? Sicuramente sarà sexy io provo ad immaginarla con alcune parti del corpo simili a salvagenti stratificati e inguainati di lamé che rimbalzano al ritmo dei bassi, per le braccia suine protese nell'aria come quelle di una non vedente e le piccole mani che vorticano senza senso, per l'inquadratura del suo culo lardoso fintamente coperto da una surreale minigonna fucsia, per la fragilità di ginocchia e polpacci relativamente sottili rispetto allo smisurato resto, per l'orgia sciolta e libera di carne e grasso che si agita libera eruttando voce lavica di quelle che ti fanno autoflagellare e mortificarti, ginocchia sui ceci.
    Immaginando un corpo così, invasato di finte verità, non si muove come gli altri corpi ma ruggisce parole di fuoco. Quel che viene fuori è una nuova forma di pseudo body art,in forma scritta, una performance dismessa e resuscitata dai profondi baratri del colpevole inconscio collettivo di noi donne sempre più frustrate e funeste.
    Ma Amanda Nash fa pensare a qualcosa di erotico una specie di "dildo", e a pronunciarlo con corretta dizione si titilla la lingua in tutte quelle consonanti dentali, vero.Quanto scrive poi mi ipnotizza. Mi ammalia. E' lentamente, potentemente adrenalinica. Spesso la sua icona immaginaria mi precipita nel sogno allucinato in cui smetto di dimagrire e ricomincio a ingrassare, ma stavolta sul serio. Come non ho mai osato. Come un giorno forse sarò destinata a fare. Chissà. E' solo un passo, in fondo, quello che separa la terraferma dall'abisso. E chi dice che nell'abisso non ci sia l'urlo libero e gutturale che scatena la potenza infinita prima dello schianto.
    LOLA Una tua sincera nemica

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  3. carissima anonima,
    sono certa che tu sia una sincera nemica. Da che mondo e mondo le donne sono state amiche?
    Non mi stupisce il tuo atteggiamento; l'avevo già messo in conto dalla prima riga, dalla prima parola.
    Non ho l'ambizione di risultare simpatica, e men che meno ad una donna. E questo atteggiamento è un assoluta verità, che tu hai saggiamente confermato.

    Benvenuta nel club del libero pensiero

    Amanda

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