venerdì 13 febbraio 2009

RAGIONE 5: PRENDIAMO LA PAROLA SEMPRE AL MOMENTO SBAGLIATO





Eluana si è spenta – nonostante l’intervento del divin cazzone nano. Da un paio di giorni a questa parte è tutto un fiorire di riflessioni, critiche e invettive. Ogni schieramento ha prodotto la sua opinione ed io tranquillamente mi ci pulisco il culo… anche perché l’etica – da che mondo è mondo – esce dalla bocca dei politicanti? Proprio loro che dovrebbero solo vergognarsi di aprir bocca tanto sono immorali nei loro comportamenti opportunistici.

E vabbé, ci siamo abituate… noi donne, intendo: ogni volta che c’è veramente qualcosa di importante da dire ce ne stiamo zitte, come inebetite davanti al millantato sconto di un paio di fasulle ciabattine griffate.

La cosa strana è che magari fino al giorno prima ce ne stavamo lì a far prendere aria a quella cavità vuota a perdere.

Quel "CERVELLO" dice che Eluana potrà perfino partorire e nessuna si scomoda a ricordargli che l’unico necrofilo autorizzato ha partorito 5 manager rampanti in casa Mediaset… perché, diciamocelo, senza troppe sottigliezze: Veronica da tempo ha cominciato ad assomigliare ad un utero in affitto… perché di certo staccare la spina ad Eluana è immorale e poco cristiano, mentre ingravidarla da morta è un gesto di grande umanità e cortesia. Fermo restando che – fortunatamente - non potrà rivolgersi a nessun avvocato per tentato stupro. Silvio sei un mito… Peccato che tu sia ancora in vita… potresti assurgere all’immortalità dopo una cazzata del genere.


Lo so, forse gli argomenti etici e morali non sono per noi; a noi basta solo una copia di Novella 3000 o assistere ad Amici per dare senso alla nostra esistenza. Ma non dobbiamo disperare, in questi giorni di frastuono mediatico Santa Valeria – per gli amici Lolly – approfitta del nuovo ed appassionato slancio mistico per rivelarci la notizia dell’anno: quest’anno, oltre a non sposarsi e a non entrare in politica (ci manca solo che parlassero anche dei nuovi reggiseno) dice che vorrebbe dedicarsi agli altri… come Maria Teresa di Calcutta.


Leggo e rileggo la notizia convinta di qualche errore tipografico molto simile ad un embolo nel cervello del redattore, poi ogni dubbio sparisce. La nostra amica, dopo aver cercato di compiere il miracolo di vendite delle sue lingerie da sexy shop, tenta la carta del santo burrone da cui lanciarsi in preda ad una involontaria amnesia.

A lei, alla santa dal sacro silicone, rivolgo un’accorata preghiera: Cara tu, ma non pensi di esserti dedicata a sufficienza agli altri? Non pensi che sopportare il fringuello flaccido di Cecchi Gori basti già per attivare il processo di beatificazione?

Ma lasciamola stare, poveretta lei; dissertare sulla Marini è come sparare sull’ambulanza a un metro di distanza. Lasciamo stare anche la Veronica dal bicchiere facile, lasciamo stare anche la Ventura che non si pronunzia, lasciamo stare la Carfagna che non ha accennato nemmeno un guaito, la Santanché che spera solo che suo figlio non sia gay… e lasciamo stare tutte le donne che in questo frangente avrebbero potuto dire la loro, ma che hanno preferito abdicare in favore dell’ultima sfilata milanese.

Ancora una volta, avremmo potuto prendere la parola e non l’abbiamo fatto.


E continuo a chiedermi perché?

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