domenica 19 ottobre 2008

LE PENE DELL'INVIDIA. E VICEVERSA




Un recente studio apparso sulla rivista “Vagina, pene e botox” – mensile di varia umanità persa sulla strada del nulla - ha stilato una classifica delle pene a cui andrebbero incontro il 90% delle donne.

Il terzo millennio, infatti, non è solo lo spazio temporale riservato al surriscaldamento del pianeta, all’inquinamento e alle malattie globali sessualmente trasmissibili; è anche il millennio delle sofferenze delle donne. Se l’uomo – quello col pennuto tra le gambe – ha decisamente incrementato il proprio livello di soddisfazione e di autorealizzazione sociale, la donna ha, per converso, percorso una strana parabola interiore che l’ha portata ad una sempre maggiore insoddisfazione.

L’articolo, scritto da autorevoli menti scientifiche dopo quasi un decennio di rilevazioni sul campo, si pregia di riportare una classifica delle cose e delle situazioni che maggiormente caratterizzano le pene delle donne oggi. Dopo molteplici elaborazioni statistiche sulla base di un modello di analisi fattoriale bi-variata è stato individuato senza alcun margine di errore il motore, il fattore, delle pene: l’invidia.

Come è ben noto si caratterizza come desiderio ambivalente: di possedere ciò che gli altri possiedono… il che esemplifica il ben noto concetto “dell’invidia del pene”, di cui parleremo tra poco. L'enfasi è, quindi, sul confronto della propria situazione con quella delle persone invidiate, e non sul valore intrinseco dell'oggetto posseduto da tali persone, e questo è soprattutto vero se si considera che l’intimo desiderio di una donna è quello di avere anche solo per un giorno la possibilità di appropriarsi di quel generoso (oddio, avercene) pacco dono biologicamente dato ai maschi. Infatti, benché molti uomini non sappiano che farsene (oltre che scuoterlo vigorosamente dopo una goduriosa minzione) l’ammontare dell’invidia non sembra subire un decremento, anzi.

È interessante, poi, considerare l'invidia come il peccato "opposto" alla superbia: mentre la superbia consiste in un'eccessiva considerazione di sé, l'invidia è caratterizzata da una bassa autostima e da una concezione esagerata degli ostacoli e delle difficoltà… e vorrei ben dire. Insomma, hai voglia di ipotizzare il trapianto di un cicciolo mal tolto ad un cadavere ancora caldo di rigor mortis… La questione infatti non ha realmente a che vedere con l’appropriazione , quanto con tutto l’insieme di simboli che questa portentosa minchiuzza porta con sé: secolare potere, spalle larghe geneticamente modificate, peli superflui che nessuno noterà, igiene intima trascurabile. Il punto è quindi che essere uomini ha i suoi vantaggi (a parte un notevole risparmio in inutili cosmetici) , e come ogni buon saldo di fine stagione tutte le donne vogliono metterci le mani sopra.

L'invidioso (invidiosa è più appropriato, ma insinua il dubbio che io ce l’abbia con le mie pari-stronze) può rivolgere la propria invidia non solo verso oggetti materiali, ma anche verso presunte doti possedute dall'invidiato: per esempio, una particolare avvenenza, intelligenza o capacità, uno spiccato fascino. Ma cerchiamo di non essere troppo ottimisti: queste doti negli uomini non esistono, ma noi donne amiamo immaginare che essi li posseggano. Infatti, le donne sono generalmente invidiose di tutti gli uomini, e in un certo qual senso, non appena possono, cercano di modificarsi fisicamente e caratterialmente nel tentativo di riprodurne le fattezze.

In questo ultimo secolo ne abbiamo viste di tutti i colori: donne che si vestono da uomini, donne muscolose come uomini, donne che nel lavoro imitano gli uomini, donne che odiano le donne come gli uomini (e forse anche di più), donne che sviluppano modi da uomini (se avete mai visto una lesbica pisciare… sapete bene di cosa parlo), donne che modellano il loro potere sullo stile degli uomini. Detto in altre parole le donne sono massimamente delle scimmie: esseri inferiori che non sanno fare alcunché di originale, salvo che convincersi che solo in questo modo piaceranno agli uomini.

Dopo vari tentativi, e conseguenti fallimenti, le donne hanno appreso - dopo circa un secolo – una nuova strada; visto che non potevano farsi tutte il trapianto del cazzo e del cervello, hanno iniziato a reagire malamente, disprezzando e sminuendo l'invidiato, perché, ai loro occhi, questo è colpevole di evidenziare ciò che l'invidiosa non ha: una naturale inclinazione ad essere maschio senza nessuno sforzo.

Negli anni ’90 abbiamo invece assistito al girl-power: un’orda di sgallettate rese euforiche da una malsana auto-adorazione condita da opportune sniffatine di genuino lesbismo. L’evoluzione stilistica (che eufemismo!) della non-catante Madonna (che ottimismo!) rende chiaro questo passaggio, e se vi siete persi/e qualcosa vi consiglio la biografia non-autorizzata scritta dalle sapienti mani del fratello della non-voce della pop music.

Ora, se è vero che l’invidia del pene è una legge universale, è stato anche chiarito che nella maggior parte dei casi l’invidia è rivolta verso lo stesso sesso: gli uomini invidiosi lo sono, in genere, di uomini e le donne di donne. Dal lato femminile, l'invidia, che per i secoli addietro verteva quasi esclusivamente sull'avvenenza e sulla capacità di seduzione, da qualche decennio a questa parte, con il cambiamento del ruolo che la donna riveste nella società, ha cominciato ad "accostarsi", per molti aspetti, a quella degli uomini. (aspetti economici, politici, patrimoniali, professionali, culturali, intellettivi, sessuali)

Saltiamo a piè pari tutti questi aspetti e concentriamoci solo su quelli politici, poiché in questi ultimi anni l’agorà si è spostata definitivamente sulle assurde e anguste stanze del mondo politichese in avanzato stato di decomposizione morale.

Negli ultimi mesi soprattutto, il teatrino dello scontro delle donne si è spostato tra il parlamento e la televisione, evidenziando una coppia di eroine e morfine da tempo in singolar tenzone: la Carfagna e la Guzzanti.
La prima quasi orba, a tal punto che per vedere l’ordine del giorno del camera dei deputati deve avvicinarsi a preoccupante prossimità da qualsiasi pantalone maschile non più alto di un metro. E si vede che orba soprattutto perché in ogni fotografia appare con gli occhi sgranati e imploranti, manco se non mangiasse da tre mesi… o non scopasse da due anni. E credo che si tratti di quest’ultima ipotesi; sapete, dopo il trauma cranico di trovarsi davanti il penoso e rugoso divin augello del cavaliere servito carpon carponi, penso che a qualunque donna passerebbe la voglia di pasti caldi e di mucillagine.
La seconda invece ci vede benissimo, e ci vede talmente bene da risultare quasi scomoda. Il troppo stroppia… soprattutto se questo va in contrasto con il lavaggio del cervello agito dalle tv (ormai monopolizzate da un gruppo di esseri che ci vorrebbero solo dei perfetti consumatori abbalenghiti dagli sconti e dalle vendite video-trasmesse).

Dopo una serie di scaramucce, in cui la Guzzanti sparava il vero e la Carafagna negava l’evidenza siamo giunte ad una delle più eclatanti performance di femminile psicologia. Qualche settimana fa, prima che la bronchite mi tranciasse la mano (lo so, speravate in una mia dipartita) , nel corso di una puntata di Matrix la Carfagna, intervistata da Mentana, nel tentativo (forse) di giustificare a suo modo la condotta della comica ha in realtà tirato una bordata niente male, definendola sostanzialmente instabile di mente: «L'ho citata in giudizio e sono in difficoltà perché la signora Guzzanti mi fa compassione. Poveraccia, non credo sia una persona solida, mi sembra fragile mentalmente».

Il tono caritatevole della Mara – tipico delle soap di canale 5 o di rete 4 – sembra quasi darle ragione… nel senso che, agendo su uno dei comportamenti tipici delle invidiose (lei d’altronde un cervello non ce l’ha mai avuto), tenta di denigrare la Guzzanti con stupide frecciatine neanche buone per farci un bonario sorriso. Infatti ella, non avendo alcuna argomentazione al suo arco non può certo controbattere. No, può soltanto fare, come farebbe qualsiasi stupida invidiosa: colpire irrazionalmente, sperando di fare centro.

Non contenta della portata delle sue minchiate cosmiche e dei suoi giochini infantili, la ministra delle pari-stronze minorate ha colto la palla al balzo (in questo è bravissima… soprattutto con le palle “basse”) confessando, con un latrato molto simile a quello della più nota Goretti, il suo scoramento in merito alle insinuazioni sui suoi rapporti con il Cavaliere: «Ho notato molta invidia da parte delle donne».

Gent.ma Carfagna, io non sono un’esperta di pompe a domicilio, ma mi consenta una piccola domanda: ma di cosa dovremmo essere invidiose? Il Cav non è mica Rocco Siffredi… e di certo noi non ci sbraneremmo per un giocattolino di così modeste dimensioni. E poi, scusi, niente di ciò che la riguarda è passibile di invidia. La sua incredibile evoluzione da velina a ministra non convince nessuno: le mancano le argomentazioni.
Non aggiungo altro. Non serve.

Cordiali saluti

6 commenti:

  1. La Guzzanti è così intelligente da cancellare i commenti scomodi dal suo blog. Se credi ai pompini della Carfagna tirate fuori le prove! l'invidia del pene è una teoria vecchia, poi mi sembra che sia nata dall'invidia del pene del padre che si trasferisce ecc.. complesso tipico di donne come la guzzanti e ne si deduce della poca femminilità del soggetto.

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  2. Cara anonima,
    anche fare la puttana è la professione piu vecchia, ma non per questo ha perso di attualità.

    Visto che presumibilmente le prove della sua "meritocrazia" erano in bocca a Berlusconi (o giù di lì)-...sempre che non abbia voglia di smentire come è solito fare negando le sue stesse parole - ti chiedo di darmi tu le prove del suo talento, perché davvero non ve n'è traccia.
    una cosa è certa: una che salta fuori dal nulla come lei o è un genio oppure... oppure dillo tu.
    se ci riesci.

    ... e per favore non citarmi le sue lauree, presumibilmente l'avrà presa anche lei a Reggio Calabria.

    Amanda

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  3. ... e di spirito critico, nemmeno l'ombra. Ovviamente.

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  4. Questa tua sull'invidia del pene mi fa spaccare :))
    Non sarà per caso che hai arzigogolato tutta questa teoria per sputtanare l'augello del cav e la sua più grande ammiratrice?
    Una che fino a qualche anno fa faceva vedere le tette a chiunque ed ora veste di soli pantaloni grigi per apparire più seria e più maschile?
    Una che "chiede ai magistrati di attestare che lei non ha fatto quel che si dice"?
    Una che alla sua "rivale" che l'ha umiliata in piazza, da della pazza per svilirne le parole?
    Una che invece di occuparsi di pari opportunità si occupa di prostituzione, ma solo quella sulla strada che sull'altra ci sarebbe troppo da dire?
    Cara Amanda questo governo ha le prime ministre più improbabili della storia repubblicana....

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  5. mi complimento con Amanda per il pezzo, concordo quasi su tutto, sulla Carfagna non mi pongo il problema, se si è slinguazzato il volatile senza ali di Arcore sono problemi suoi, in questi 60 anni di repubblica nel parlamento Italiano è passato di tutto, ladri, puttane, travestiti, cocainomani e, forse i peggiori in assoluto, portatori di ideologie molto pericolose. Il ministero delle pari oppurtinità non ha portafoglio, non ha una strada precisa, non ha nessun valore reale, è stato istituito anni addietro per far star zitte le donne che sbraitavano, tutto qui.Pompini o no non vedo come la Carfagna possa nuocere alle nostre tasche o alla nostra mente. Di tutt'altro peso il percorso della Guzzanti, premetto che non mi ha mai fatto ridere nè trovo originali e portatrici di riflessioni le sue performances. IO la considero alla stregua di alcuni suoi coetanei che evito di citare per non dal loro lustro che fanno del turpiloquio e dell'offesa personale la spina dorsale di una satira che tale non è, la satira la faceva Trilussa, quella della Guzzanti è volgarità da osteria, anche lei quando è a corto di ispirazione comincia a vomitare merda, ovviamente sempre allo stesso indirizzo. Non amo i politici ma nemmeno questi giullari che che calcano le scene spacciandosi per portatori di verità assolute. Anche Nilde Jotti è stata l'amante di Togliatti per tutta la vita ma nessuno ha mai ironizzato o ridicolizzato questa cosa. Strano che tutti questi cervelloni non abbiano ancora capito i fondamentali della comunicazione, il nano tricoleso di Arcore si ritrova al governo per svariati motivi, non ultimo una interminabile campagna di insulti, offese, sbeffeggiamenti, accuse, illazioni, ecc. ecc. che hanno stufato gli Italiani. Quando penso a questo mi viene in mente il cojote di bip bip, quello che si ingegnava per acchiappare lo struzzo ma precipitava sempre nel burrone. Il cojote, che doveva fare la parte del cattivo alla fine diventa simpatico e tutti si augurano che prima o poi riesca a mettere le grinfie sullo struzzo stronzo. 15 anni di minestrone in salsa antiberlusca lo hanno fatto diventare come il cojote, i burattinai che tirano i fili dell'antiberlusconismo dovrebbero riflettere, se continuano così ce lo ritroveremo davanti finchè campa, ricordatevi che i ricchi statisticamente campano più a lungo dei poveri

    Yotanka

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  6. vieni a leggere cosa ho scritto.. he he he...
    Yotanka

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