giovedì 30 luglio 2009

PRESAGI CULTURALI. sottotitolo pacato:CAZZO AVEVO RAGIONE!!!


Ci sono giorni come questi – giorni in cui non si ha voglia di fare un cazzo, fatta eccezione per una goduriosa scorpacciata di mare, piselli al vento e uova in camcia – in cui la stanchezza per questo andazzo italiano mi provoca un’antipatica orticaria.
Ecco, stavo appunto per grattarmi in qualche innominabile posto davanti ad una pigra tazza di caffè quando improvvisamente mi scontro in un succulento articolo su Repubblica di oggi ( 30 luglio, 2009) che mi ha sollevato il morale.
Questo il titolo: “Arrivano i “taxi rosa” l’idea la femminile che divide Beirut.” Per dirla brevemente, sulla scia di pregresse sperimentazioni, arrivano anche a Beirut i taxi rosa. Si, insomma, dei veicoli in pieno stile “Barbie si reca alla sfilata di Barbie” che accolgono solo donne e che, ovviamente, sono guidati da donne.
Il mondo occidentale aveva, a suo tempo, applaudito a questo evento di “sana e robusta pari opportunità”, pensando che le donne dovessero avere anche i loro taxi, agghindati come dei saloni di bellezza su 4 ruote, all’interno dei quali farsi anche la ceretta senza che il conducente potesse in alcun modo approfittarne per radersi le palle (questa è vera uguaglianza!).
Tuttavia il “lieto evento” pare, giustamente, non aver sortito la stessa calorosa accoglienza da parte della popolazione locale. Dico “giustamente” perché, certamente, questa non rappresenta alcuna conquista sociale. Le donne islamiche lo sanno, sanno benissimo che la segregazione socio-culturale si è sempre giocata su questa spartizione del tutto in base al sesso… esattamente come succedeva negli USA nel periodo della segregazione dei neri, e dunque perché ripristinare queste secolari spartizioni?

Non v’è risposta, ovviamente. Il mondo islamico si occidentalizza, ma almeno conserva un certo spirito critico rispetto a queste cazzate. Vi dirò, e lo sapete, sono sempre stata contraria a queste innovazioni chiamate Pari opportunità anche perché a forza di favorire di qua e di là si finisce col creare – come afferma Francesca Caferri, autrice dell’articolo – una segregazione al contrario: una segregazione auto creata e auto diretta.
Pare, in effetti, che in occidente vada molto di moda l’autoesclusione blandamente mascherata da conquista “al femminile”. Sono anni che mi chiedo il senso delle “quote rosa” e di quelle minchiate che la Carfagna sta oggi proponendo in parlamento. Lo so, nella mente malata di molte donne c’è l’idea predominante e il desiderio di escludere gli uomini e di fare di tutto e del tutto un “affare di donne”, senza per questo porsi la questione se più che un “escludere” sia un “escludersi” tout-court dal confronto.
Ci piace pensare di non aver bisogno dell’uomo… fortunatamente, poi, ci accorgiamo che essere lesbiche è tanto caruccio, tanto complice, tanto intimo, ma che, santo iddio, noi di questi uomini proprio ne abbiamo bisogno. E non soltanto fra le gambe!
L’estate arriva. Donne, evolvetevi!!! Fatelo per voi stesse… almeno per voi stesse.

Alla prossima.
Vostra Amanda.

Ps: alla cara amica che mi parla dello stalking, dedicherò un post la volta prossima. Nell’attesa, imparate a fare meno le stronze.

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