venerdì 9 gennaio 2009

RAGIONE 1: NON SIAMO MIGLIORI DEGLI UOMINI...


Stacanovismo d’altri tempi. Meglio darsi all’uncinetto

La gentil donzella nella foto - di cui potete apprezzarne i morbidi lineamenti e quel sorriso magistralmente celato sotto quell’aria da leggiadro Pittbull mescolata con quello di certe maliarde spagnole la notte prima della corrida – si chiama Manuela Terracciano.

La sua biografia ufficiale la vede, sin dalla tenera età di 7 anni, impegnata fattivamente a lavorare nell’azienda di famiglia… e questo a scapito di una sana educazione religiosa che le avrebbe consentito di girare il mondo a cavallo di una paio di comodissime infradito in pelle.

Le cronache del tempo la immortalano, 8 anni dopo, per le vie dei Quartieri spagnoli alla ricerca di una buona estetista capace di eliminare dal suo volto quella sottospecie di manubrio di folte sopracciglia nonché quel set di borse contraffatte alla base degli occhi. Sapete, lavorando senza mai staccare un attimo si va incontro a noiosissimi inestetismi tra cui un’obesità psicosomatica di livello A (Aridaglie quanto magni piccina mia!)

Superata l’annosa questione delle scuole superiori, la zuccherosa Manu si lascia convincere dal padre (dietro lauta mancetta) ad entrare nell’azienda Chez Mariano, inizialmente come semplice segretaria addetta al centralino e alla sparizione di un numero impressionante di pastarelle dal vassoio della break-lounge.

Ben presto, grazie a innate doti di persuasione coatta, comincia prediligere attività più, diciamo, femminili tra cui la trascrizione di SMS in linguaggio cifrato, passando – in men che non si dica - al settore “pizzini & intimidazioni”; settore certamente più confacente a quel suo prodigioso talento creativo, ma soprattutto alla sue mise da camionista incazzata nonché a quell’aria da bava alla bocca circondata da orecchie, naso e bocca.

Grazie al suo indomito spirito di sacrificio e agli straordinari risultati di performance, nel 2005 - a soli 19 anni - viene premiata dalla Repubblica Italiana quale Cavaliere del lavoro per aver organizzato la più grande campagna intimidatoria per la regione Campania e per aver consegnato personalmente più di 1500 pizzini nell’arco di 24 ore, saltando a piè pari colazione, pranzo e cena. Quando si dice l’abnegazione femminile!

Un anno dopo, colta dal fuoco divino per la mis-conoscenza (al Sud nessuno sai mai niente di niente) si inscrive alla facoltà di lettere e filosofie dell’Università Federico II, decidendo perentoriamente di mandare affanculo la filosofia e di concentrarsi solo sulle lettere: lettere ricattatorie, lettere di minaccia, lettere natalizie al plastico, lettere di licenziamento in bianco e filologia necrologica. Immaginate, nell’arco di un paio di mesi ne scrisse almeno cinquecento, alcuni dei quali sono entrati nella storia del premio Pulitzer. Ecco il più famoso: “Oggi è venuto a mancare Pasquale Furfarielli, noto negli ambienti malavitosi col soprannome di O’ Previdente. I parenti e gli amici tutti lo ricordano per una delle sue massime: non credo in una vita ultraterrena, comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio.”

L'anno scorso, annoiata dai ritmi troppo lenti e dalle routine operative, comincia ad orientarsi verso una nuova rinascita professionale che la vedrà nel settore “uso e l’abuso di armi”. Papà Salvatore non poteva desiderare miglior destino per la sua “uagliuncella e papà”.

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni di approdare ad un job profile di assoluto prestigio, l’intera operazione naufraga miseramente, e questo soprattutto a causa della scelta sbagliata dell’arma. Si sa, l’arma bianca è sempre stata appannaggio delle donne e lei, onde evitare eventuali addebiti con la giustizia, decise infatti di farsi assumere presso le Circque du soleiel con mansioni di lanciatrice di coltelli, contribuendo attivamente all’estinzione di tutte le bagasce-tutte-cosce-e-tette-stile-moulin-rouge nate appositamente per stare ferme a far da bersaglio. E così, tra un funerale e l’altro, decide di buttarsi a capofitto nel giro delle armi da fuoco.

I giorni passano velocemente, i mesi e le stagioni si succedono in modo elettrizzante tra rapine, ammazzamenti e regolamenti di conti, e la nostra Manu dal cuore tenero (detestava la sofferenza… per questo si era specializzata nei “colpi di grazia” alla nuca) pur risultando abile nel tiro, non smette un attimo di esercitarsi al poligono di tiro. Si vocifera che trascorresse non meno di 14/15 ore tra profili di carta e cavie umane. Strano a dirsi, però, non si sente pienamente realizzata. Noi donne, lo sappiamo tutte, siamo dolcemente complicate, sempre più emozionate… lascia stare!!! Insomma, sente che le manca ancora un ultimo step al raggiungimento dell’agognata perfezione… e poi sarebbe stata felice. Come darle torto? E d’altronde è troppo facile colpire un bersaglio immobile… insomma, e che ci vuole?!
Il suo sogno nel cassetto era infatti colpire il bersaglio senza prendere la mira… cosa mica facile, ne converrete?
Ma un giorno, il destino decise di correrle incontro.

Napoli, dicembre 2008. Si apprestavano i preparativi per il capodanno, e un gruppo di madri di famiglia – stanche di farsi sodomizzare a gratis dai loro mariti, anche durante le feste comandate – escogitarono un piano machiavellico: indire uno “Sciopero dell’amore” nei confronti di quei mascalzoncelli che avrebbero deturpato l’aria del primo gennaio con una serie di petardi cinesi manco buoni per far saltare in aria un cardiopatico. Ah, cosa non si fa per una serata ad uncinetto a spignattare bucolicamente!

Ad ogni modo, questo gruppo di furbette suffraggette avevano coniato anche un motto: botti a capodanno, astinenza tutto l’anno.
Ora, a parte il pessimo afflato creativo dello slogan, l’idea risultava maldestra in sé; insomma, immaginate quante altre donne (magari in astinenza da una vita) avrebbero potuto approfittare di un nugolo di maschi arrapati in cerca di un buco qualsiasi dove posteggiare il passerotto annoiato… e di certo la nostra bimba non è che fosse proprio Claudia Schiffer.

Manu, infatti, inorridita da questo lassismo e da questa indolenza lavorativa tipicamente meridionale non perse occasione per comunicare al mondo intero, che al Sud, tra tanti fannulloni, qualcuno lavora. Anche la notte di capodanno. Altro che sciopero!!!

Peccato, davvero tanto, che la cretinetti mancasse di una certa "vision" delle cose… insomma, cambiare specializzazione all’ultimo momento non è mai positivo! Cazzo! Ci vuole, come dire, una certa capacità di gestire il cambiamento… e poi, scusa, da che mondo e mondo le pallottole vaganti fanno business?

Io certe donne proprio non le capisco: fanno sempre un gran casino per superare gli uomini e poi mi cascano nel "dolo eventuale". Che spreco di talento!

Fortunatamente, cara Manu, avrai tutto il tempo per rifarti il corredo ereditario… magari a strisce. Ma non temere, io pregherò per te: Santa Maria Capua Vetere, pensaci tu. Amen.

2 commenti:

  1. ciao Amanda, anno nuovo vecchie alabarde, sei semplicemente grande, acuta, ironica e bastardissima (è un complimento), c'è poco da entrare nel merito del tuo brillante articolo, Cristo non si è fermato ad Eboli, bensì nelle enclave periferiche della mente e della logica. Ho solo un dubbio, quella mascella di Ridgeana concezione è data da tre chili di gomma da masticare al giorno oppure da quintali di costine di maiale alla griglia???
    un abbraccio

    Yotanka, alias angolo del pensiero sparso.

    RispondiElimina
  2. Carissimo Yotanka, ad occhio e croce direi che la fanciulla aveva appena terminato di divorarsi un coscia di dinosauro: il famoso e terrificante stradivario partenopei. Quello con la custodia. Ovviamente

    RispondiElimina