sabato 8 novembre 2008

SARAH QUEL CHE SARAH... UN FALLIMENTO GLOBALE


Il 2008 non è un anno che sarà facilmente dimenticato. Mai, infatti, avevamo assistito ad una serie perfetta di fallimenti clamorosi. E se è vero che s’impara più dalle sconfitte che dalle vittorie, allora possiamo dirci prossime ad essere le più erudite creature di tutto l’universo. Buco nero incluso… con buona pace di Naomi Campbell.

La prima della fortuna serie dal titolo “come mi suicido pubblicamente” è stata Miss-perfezione Ségolene Royal: abitino da professoressa, moglie perfetta, vocabolario aulico perfettissimo… tutto perfetto. L’unica imperfezione era quel monolite di venti metri su cui amava ergersi in pieno stile Bernardette. Gli uomini la votarono, sperando di poter fare a lei quello che la Lewinsky fece a Bill Clinton, ma le donne francesi la boicottarono; va bene farsi mettere i piedi sopra da un uomo (ci siamo abituate, no?!), ma un paio di tacchi a spillo… no quelli proprio non avrebbero potuto sopportarli. Che dire? Ségò ha capito in pieno la lezione, altrimenti non si spiegherebbe il nuovo look da samaritana scalza finto-Joan-Baez-in-pieno-Woodstock. Mia sorella – quella con l’Alzheimer – si veste alla stessa maniera e, da che ha smesso anche lei di rompere le scatole in giro, ha ritrovato se stessa. E non è la sola: un anno fa una pattuglia anti-vagabondaggio l’ha riportata a casa dopo un lungo e confuso pellegrinare alla fiera del bianco. Due settimane dopo il tragico evento fu eletta sindaco nel comune di Petralia Sottana.

La seconda in ordine cronologico è stata invece “miss-cieca-di-Sorrento-made-in-USA”, al secolo Hillary Clinton. Nella sua lunga vita ha infatti finto di non aver visto nulla, e men che meno quel bavoso di suo marito sbrodolare penosamente sul vestino azzurro della dolce Monica dalle promettenti doti oratorie… e come superava gli esami orali lei, non lo faceva nessuna. Quest’anno, a dieci anni dal pompino più proficuo della storia, la dolce Hillary ha cominciato a deambulare tra una convention e l’altra (in compagnia di un cane lupo crociato sul dorso) in cerca di un riscatto personale. Ma si sa, quando le cose vanno già male, spesso continuano ad andar peggio: accecata dall’ambizione di fargliela vedere a quel bietolone panciuto ha dimenticato che al contempo l’avrebbero vista anche tutti gli ipotetici elettori. Risultato dell’intera operazione: un conato collettivo di proporzioni simili ad uno tsunami di modeste dimensioni, un marito annoiato e una figlia più cessa di prima (certe mise non le vedevo più dall’ultimo catalogo della Postal market). Sul versante personale, invece, Hillary non ha “visto” nemmeno un voto. Quando si dice il destino…
Ma io, vi dirò, io sarei stata magnanima; io il mio voto gliel’avrei dato… io avrei votato per il Braille.

Nella corsa verso la Casa Bianca (certi retaggi culturali sono duri a morire in fatto di ambizioni domestiche) è poi spuntata lei, Miss-porco-col rossetto-Palin. Fino a qualche mese fa nessuno la conosceva… a parte un manipolo di cerebrolesi dal neurone congelato, che l’avevano fatta governatrice dei bastoncini findus dell’Alaska. Colta dalla sindrome dell’assistente sociale rumena, ha pensato bene che il suo futuro potesse essere tra le braccia e le gambe dell’incartapecorito-ultra-settantenne McCain, sperando di poter godersi il “meritato” potere dopo la sua rapida dipartita.

Abbracciata affettivamente ad un mitra caldo di spara-minchiate elettorali e ad un rouge-gloss n.16 dell’Avon che le dava tanto un’aria da esperta sado-maso per ospizi allegri dal nome accattivante situati in quel di Via-Gra, la nostra donna-donna-uoma dalla vagina letale si è presentata al pubblico statunitense per riequilibrare l’odore di formalina emanato dal toupet del jurassico McCain.

Dopo gli ovvi quanto fragili entusiasmi per la novità scaturita dalla coppia “pornoinfermiera –dentiera rincoglionita” che si sarebbe assicurato almeno il voto di tutte le badanti d’America, le cose hanno cominciato ad andar male… a tal punto che, dopo l’ennesima esternazione di vagina-power e primadonna della piéce – McCain ha pensato di trombarla in itinere, cercando di limitare i danni di un’immagine poco autorevole e vincente. La Palin sperava infatti di convincerci che fosse giunto il momento del remake di Wonder Woman, ma soprattutto che bastasse sventolare il binomio mitra-vagina per conquistare gli indecisi e insabbiare la portata della sua inesperienza politica.

Il giorno prima delle primarie, congedandosi dal palco dell’ultima convention, miss Piggy ha biascicato un flebile: “spero di risvegliarmi alla casa bianca”. Mai previsione fu più azzeccata: la casa bianca c’era… eccome, ma sfortunatamente c’erano anche una paio di croci rosse affisse all’esterno e un enorme scritta indicante “per le camerette imbottite, per di qua!”. Le persone a lei più vicine hanno confermato che tutto sommato “l’ha presa bene” (la vasellina offerta dal partito repubblicano ha sortito il suo effetto) e che ha messo un’ipoteca sulle elezioni del 2012. Non saprei, ma credo che tra quattro anni, oltre all’ipoteca dovrà fare anche un bel mutuo a tasso variabile… per la quantità di rossetto che le servirà per ripristinare la sbobba che ci ha propinato quest’anno.


Questi i fatti. Adesso passiamo ai commenti.
La storia ci ha insegnato – oggi sono molto erudita – che qualcosa non è andata nel verso giusto. Dalla Francia agli USA un’eco si spande portando con sé la buona novella: il modello culturale prodotto dalle nostre nonnine in quest’ultimo secolo si è rivelato fallimentare. Molto. Troppo.

Urge quindi una riflessione, o meglio una riorganizzazione cognitiva della mappa; insomma, dopo esserci incamminate alla ricerca del tesoro, l’unico tesoro che abbiamo trovato è stato un perentorio messaggio dal mondo maschile “tesoro, non rompere i coglioni, i fornelli sono là e la scopa è nello sgabuzzino!!!”

Fuor di metafora, non siamo riuscite a convincere nessuno… o meglio nessuna. È questo infatti il nostro più grande errore. Insomma che gli uomini, i maschi, non credessero in noi ci era ben chiaro dal brodo primordiale, ma che non ci credessero nemmeno le donne… ecco questo lo abbiamo scoperto adesso. Non è chiaro se si tratti solo di assenza di solidarietà tra donne, quel che è certo è che non siamo pronte per alcun sorpasso culturale. E questo soprattutto perché il modello del girl power non solo non incanta, ma non incarna nessuno nuovo ideale… è solo aggressività e desiderio di rivalsa, ma in sé è un’immagine vuota che si sbriciola al minimo accenno di razionalità: sostantivo femminile, ma solo sul dizionario.
Non è più tempo di alibi e di false identità.
A proposito, non chiamatemi più Amanda… il mio nome è Nash. John Nash

3 commenti:

  1. illuminata ed acuta Amanda, come ti scrissi sul forum che ci ha fatto conoscere tempo addietro... le donne amano la competizione (l'ultimo pezzo sul mio blog implora un tuo sagace commento) non la vittoria. Miss Palin lo ha dimostrato al mondo, promettere, far sognare, illudere... sono preliminari quasi sempre disattesi, meglio indossare un Armani che portarsi dietro un discorso incisivo e stimolante mentalmente. Per quanto riguarda la Hillary Clinton... gli Americani saranno anche boccaloni ma non cosi scemi da farsi gestire da una donna incapace di di tenere a bada le erezioni del marito.
    Un popolo numeroso ha sostanzialmente stabilito che è meglio avere sul trono un nero triste piuttosto che un sorriso verticale allegro.
    Yotanka

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  2. Forse finchè le rappresentanti politiche del mondo femminile verrano scelte da uomini, lo stereotipo di wonder-vagina non cambierà.
    Gli ultimi esempi dimostrano quantomai scelte "ormonali" in questo senso; leggasi Palin ma anche le meno internazionali e più mignottocrate Carfagna exsoftpornodiva e l'integerrimo avvocato Gelmini..
    Ciao Ivanilterribile

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  3. la Carfagna e la Gelmini non sono peggio della Melandri nè di Vladimiro Guadagno, Sircana andava a ricchioni, la Nilde Jotti è stata tutta la vita l'amante adultera di Togliatti, come vedi la sessualità trasgressiva è trasversale. A me di cosa facciano nel letto ministri o deputati non me ne frega niente, non ho queste pruriginose coriosità. Piuttosto mi piacerebbe sapere dove prendono i soldi D'Alema e Veltroni per comprarsi barche a vela e loft a New York

    Yotanka

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